Our Solemn Hour

Autarchia

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view post Posted on 10/6/2013, 21:44

Schwarz
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Vam Abgrund

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Si fermò per riprendere il respiro.
Dieci, nove, otto. Tic, tac, tic, tac, tic, tac. Il ticchettìo trillava nella testa che diventava sempre più pesante - la vista le si stava appannando, quanto avrebbe fatto male la caduta? - ribolliva nelle vene che pulsavano sempre più velocemente e fortemente e scandiva il ritmo con cui lo stomaco si contraeva e si rilassava, si contraeva e si rilassava, tic, tac, tic, tac, tic, tac.
Sette, sei, cinque.
Era stanca. Ma non era un problema. Non lo era semplicemente diventata, ma era una condizione che durava da tanto tempo- no, da tanti tempi ( Dio, qual era l'ultima volta che aveva dormito? ). Homura Akemi La Stanca, fallimento stanco- stanca poiché un continuo fallimento, un fallimento poiché continuamente stanca.
Eppure, non voleva chiudere gli occhi. Non voleva, non poteva, non doveva. Avrebbe preferito che gli ultimi secondi trascorsi si ripetessero, con tutta la sofferenza, la stanchezza e la consapevolezza che avrebbero aggiunto ad un carico non indifferente. L'aveva già preferito, ed aveva già ripetuto quei secondi innumerevoli volte. Tic, tac, tic, tac, tic, tac. E fu quello che, ancora una volta, un'altra volta, quella che ormai sapeva non essere più 'Signore, fa' che sia quella giusta', preferì al permettere alla propria faccia di incontrare l'asfalto della strada su cui, a pochi metri da lei, una pozza di sangue iniziava a raggrumarsi attorno all'altra.
Tre, due, uno.
Aveva le labbra secche e il solo respirare le infiammava la gola. Al diavolo.
"Reset."
 
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